sculture del Maestro
NELLA SUA
VERA NATURA
La Vaccheria, Roma
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VERA NATURA
La Vaccheria, Roma
"A Grazia, compagna di vita e d'arte, con immenso amore"
Con una carriera artistica ricca di esperienze e sperimentazioni, Flammia ci porta in un viaggio affascinante tra le maschere e i dipinti su forex, offrendoci uno sguardo intimo e profondo sulle molteplici sfaccettature dell’umanità e dell’esistenza stessa.
Le maschere, ispirate alla tradizione teatrale e alla cultura classica antica, sono il risultato di una ricerca artistica che unisce la maestria tecnica alla profondità espressiva e concettuale. Attraverso di esse, Flammia ci conduce in un mondo misterioso e suggestivo, dove la leggerezza dell’oggetto si mescola con la complessità dell’animo umano. Le maschere diventano così specchio delle nostre fragilità, dei nostri timori e delle nostre aspirazioni più profonde.
I dipinti su forex rappresentano un’altra frontiera dell’espressione artistica di Flammia. Grazie all’uso innovativo di questo materiale e alla sua tecnica unica, l’artista modula la superficie pittorica in forme dinamiche e tridimensionali, creando opere che si distaccano dalla parete per diventare vere e proprie pitture/sculture. Ogni opera è frutto di una minuziosa preparazione emotiva e tecnica, dove ogni dettaglio è ponderato e ogni gesto pittorico è carico di significato.
Attraverso la sua arte, Ezio Flammia ci invita a esplorare il mistero dell’esistenza umana, offrendoci uno sguardo privilegiato sulle molteplici dimensioni dell’animo e sulla complessità del nostro rapporto con il mondo che ci circonda.
Non perdete l'occasione di immergervi in questo straordinario universo artistico.
Venerdì 24 maggio ore 17:30
Claudio Strinati
presenta il libro di Ezio Flammia‘Splendore e vetustà della maschera di stoffa’
Un argomento inedito sia sotto il profilo storico che tecnico. Un’arte, quella della scultura con stoffa, pressoché sconosciuta nonostante la sua origine risalga a più di duemila anni fa. L’artista e scenografo Ezio Flammia, maestro e storico dell’arte, ha scritto “Splendore e vetustà della maschera di stoffa tra mito e teatro, materia e tecnica”, con la prefazione e postfazione del professor Luciano Mariti, pubblicato da Voglino Editrice.
in Omaggio al maestro Ezio Flammia
Siamo estremamente orgogliosi di promuovere qui, la mostra del maestro Ezio Flammia, sia per la singolarità delle opere esposte (maschere, dipinti su forex concavi convessi e disegni) sia per la sua lunga attività nel nostro territorio. Il maestro Flammia è stato docente di Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Cannizzaro” quando l’istituto si trovava nel cuore dell’EUR, nel quadrilatero di Piazza Marconi. A pochi metri dal Liceo si trovava il Museo della Civiltà, allora chiamato Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari e diretto dalla dott.ssa Valeria Cottini Petrucci, nipote del grande storico dell’arte Giulio Carlo Argan. Il maestro Flammia ha collaborato intensamente con il Museo in restauri, seminari, laboratori e mostre.
Una sua personale, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile in collaborazione con il Museo Histórico Nacional e con il Ministero degli Esteri, è stata allestita nella Sala delle Colonne dello stesso Museo. Successivamente, l’intera mostra è stata trasferita a Caserta e inaugurata nei locali del Palazzo Reale vanvitelliano. Inoltre, Flammia ha collaborato con la Biblioteca Pier Paolo Pasolini dirigendo laboratori e allestendo una mostra di maschere e burattini a bastone in concorso con l’Istituto italiano di Cultura di Colonia, la XII Circoscrizione del Comune di Roma (l’attuale Municipio IX) e il Museo precedentemente citato.
La mostra ha suscitato un notevole interesse, ricevendo recensioni e pubblicazioni fotografiche su una decina tra le maggiori testate giornalistiche. La nostra esposizione è patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Roma, dove Flammia terrà un workshop per gli allievi di scenografia. Durante la mostra, verrà presentato da Claudio Strinati, uno dei più importanti storici dell’arte, l’ultimo libro di Flammia intitolato “Splendore e vetustà della maschera di stoffa” (Voglino editrice – Torino).
La nostra esposizione, dunque, si prospetta sotto i migliori auspici.
Titti Di Salvo
Presidente IX Municipio di Roma
LE MASCHERE
(Stralci e riflessioni dal libro “Splendore e vetustà della maschera di stoffa”,
prefazione e postfazione di Luciano Mariti. Voglino editrice, Torino 2023).
Il mio interesse per la maschera si è manifestato con l’attività di scenografo. Le maschere che ho realizzato per alcuni dei miei spettacoli erano, all’inizio, misteriose ed essenziali anche se criticabili dal punto di vista tecnico e filologico. Per l’acquisizione dell’abilità tecnica e per la conoscenza più approfondita della maschera hanno avuto primaria importanza le esperienze che ho condotto in altri settori quali la pittura, la scultura, il restauro.
Queste esperienze mi hanno permesso di addentrarmi in un ambito ricco di suggestioni e di novità. Ancora oggi, mentre mi accingo a costruire una nuova maschera, provo una forte suggestione e un piacere indescrivibile quando, per incanto, vengono a delinearsi, tra le mie mani, gli aspetti caratteristici di un volto-maschera.
Mi sono sempre chiesto perché un oggetto così leggero avesse la capacità di attrarmi e di esercitare una forte suggestione. Forse le ragioni vanno cercate nel complesso processo creativo che comprende diverse attività (pittura scultura grafica) e forse negli aspetti fisici della maschera che è essenzialmente un guscio, una scorza in cui si cela l’uomo, “un volto perso dentro cui non c’è se non un’altra maschera” (Mariti).
Le complesse tematiche che sono presenti nella maschera non sono poi dissimili dalle altre che ho affrontato in altri settori della creatività: la precarietà della vita, la levità delle cose, il fluire del tempo, i segni labirintici del pensiero. Persino i grandi burattini a bastone, che ho costruito per due miei spettacoli di figura, sono stati concepiti come oggetti leggeri, trasparenti, mutevoli sotto l’effetto dei fasci della luce colorata.
I burattini a bastone, come le maschere, rappresentano l’uomo, anzi lo sostituiscono nella rappresentazione, mostrando i suoi lati peggiori o migliori in una dimensione straniante che allontana l’uomo dalla quotidianità. La maschera (pròsopon, in greco) è un volto (persona la chiamavano i latini) e il volto di qualsiasi uomo, visto sotto una certa ottica, è una maschera.
I greci ritenevano che le qualità dell’animo umano potessero essere scrutate, analizzando minuziosamente il corpo (fisiognomica). Un anonimo fisiognomo latino, proseguendo negli studi dei greci, scriveva che sulla base delle qualità fisiche “era possibile discernere le qualità morali” in un “processo d’interazione tra il corpo e l’anima: simpatheia” (Reina).
Se grande era per i greci e i latini l’interesse per il corpo, si può immaginare quale attenzione essi avessero profuso per il volto.
Fra le parti che compongono il volto, la massima importanza fu data agli occhi e alla bocca considerati “finestra dell’anima” e “porta dell’anima”. Scrutando il volto, si poteva trarre spunto per la predizione del futuro (metomoscopia).
Il volto dell’uomo è stato oggetto d’attenzione in ogni epoca e civiltà sia da vivo sia da morto. Persino le maschere funebri di civiltà antichissime furono costruite per proteggere il volto, non solo per nasconderlo dalle devastazioni della morte ma anche come barriera tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Si credeva che il morto, avuto contatto con l’oltretomba e, contaminato da forze avverse di demoni ostili, potesse trasmettere tali energie ai viventi attraverso le cavità del suo volto (bocche, occhi, naso e orecchie). Da questa credenza scaturisce il potere apotropaico della maschera che si è protratto sino all’epoca contemporanea. Nelle chiavi di volta delle finestre e prevalentemente dei portoni si scolpivano maschere, spesso mostruose, che avevano la funzione di allontanare dalla casa le influenze malefiche.
Il potere apotropaico della maschera sottende il vero disagio dell’uomo di sostenere il peso della vita, il suo stato d’inquietudine e di angoscia per il futuro, la sua condizione di “essere e di non essere”. Nell’aneddoto del re Mida che Nietzsche ha tratto da Cicerone, (Tusculanae Disputationes), il satiro, vecchio e saggio, inseguito e raggiunto dal re, alla domanda, quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo, con “stridule risa” afferma: ”Il meglio è non essere nato, non essere, essere niente”, e ancora “La cosa in secondo luogo migliore è morire presto”.
Il riso sardonico e beffardo del satiro ricorda all’uomo la sua condizione che già sa, che non accetta. Solo il riso, elemento liberatorio e catartico, può affrancare l’uomo dalle angosce. In fondo anche la maschera più terrificante ed orrida suscita il sorriso per la sua finzione e ambiguità. Il riso fu ritenuto dai greci un segno positivo della sapienza divina perché sacro a Demetra per averla liberata dal dolore dopo la perdita di sua figlia Persefone.
La maschera nel suo essere oggetto metamorfico, esprime forme di vita sotto diverse sembianze (antropomorfo, teriomorfo, fitomorfo, zoomorfo, antropozoomorfo), mostra le parti visibili e nascoste del volto, è il ritratto dell’uomo nella sua vera natura. Forse qui troviamo la ragione per la quale la maschera pur essendo tanto ammirata è poco amata. L’uomo, in genere, non preferisce rispecchiarsi in un oggetto che lo rappresenti con tanta crudezza: ”…solo chi ama il profondo ama la maschera” (Nietzsche).
DIPINTI SU FOREX
(Dal catalogo La modulazione dell’immagine redatto in occasione
del Premio Mnemosione 2004, assegnatomi dalla Galleria d’arte “Il tempo ritrovato”)
L’utilizzo del forex nella pittura è una novità tecnica, ma anche linguistica, che struttura e modula la superficie pittorica dalla dimensione piana ad andamenti concavi, convessi, sia in senso verticale e sia in quello orizzontale, singoli e in abbinamenti. Da qui principia l’attribuzione, a tutto il lavoro, di un dinamismo spaziale inconsueto. L’esigenza di modulare le raffigurazioni su superfici ondulate leggere, come mosse dal vento, è sorta da una mia necessità di rappresentare le immagini nella temporaneità del concepimento artistico.
Il dipinto, da bidimensionale a tridimensionale, assumendo un’inconsueta presenza: si stacca dalla parete e può essere appoggiato al pavimento, diventando così pittura/scultura. La rappresentazione, per la sua inconsueta dimensione spaziale, indirizza a una lettura non più fissa e statica per singole opere, staccate una dall’altra, ma in continuum. I dipinti sono parti di un insieme, concepiti come frammenti, diversamente regolati, collocati lungo un percorso sintattico e paratattico, dove ognuno è portato a trovare il punto d’incontro ideale con l’opera.
Il dipinto è preceduto da una minuziosa preparazione. La fase progettuale è quasi maniacale: disegno anche più volte il soggetto, lo definisco solo nelle linee di contorno disponendolo nelle posizioni che ritengo giuste in rapporto allo spazio e alla sua modulazione, concava, convessa o anche abbinata ad altre immagini e perciò disposta a una nuova spazialità che m’impongono di definire i dettagli tecnici dell’allestimento.
Ogni opera ha dunque una sua struttura su cui si modula il foglio di forex che poi dipingo.
Questa fase di studio è un momento di caricamento emotivo. Dopo aver definito l’esatta dimensione, che è sempre quella più consona all’esibizione dell’immagine, trasferisco il disegno sul forex incidendolo con un punteruolo. Per la stesura del colore utilizzo le spatole da muratore, mentre quelle a pettine, di diverse dimensioni, le impiego per ottenere una preziosità pittorica. A volte uso delle rotelle (che costruisco utilizzando vecchi ingranaggi di orologi o tappi filettati), per delineare le forme quando non sono incise nel forex. A volte le rotelle mi occorrono per impreziosire alcuni dettagli.
Dipingo comunemente con grande fervore, sollecitato dalla tensione pittorica caricata durante la fase di preparazione. Appena mi accorgo che la tensione emotiva sta per scaricarsi, smetto di lavorare. Riprendo il lavoro dopo una nuova fase di “caricamento”. Alcuni elementi della rappresentazione, come le linee che definiscono gli spazi e i cerchi d’inquadrature, li ottengo per riserve, coprendoli con carte adesive che tolgo alla fine del lavoro. Sono questi gli unici “punti fermi” che delimitano lo spazio entro il quale si dispiega la pittura.
Come sempre, ad ogni lavoro devo saper cogliere l’attimo di saturazione, fermarmi al momento giusto per cui tutto quello che aggiungo è superfluo e inutile.
Mi propongo, da sempre, di raggiungere un’espressione soffiata, leggera che arrivi diritto.
EZIO FLAMMIA
pittore, scultore, scenografo, storico della cartapesta.
È nato a Frasso Telesino (BN) il 01/01/1938
e-mail: ef@ezioflammia.com
Sue opere fanno parte delle collezioni:
• Museo delle Arti e Tradizioni Popolari – Roma
• Museo Historico Nacional –Santiago del Cile
• Museu do Cinema – Lisbona
• Museo d’arte moderna e dell’informazione – Senigallia
• Galleria d’arte moderna “S. Sciortino” – Monreale
• Museo delle Generazioni “P. Bargellini” – Pieve di Cento
• Fondazione “Giuseppe Boldini”- Mogliano Veneto
• Museo della Fondazione “Casa di Dante in Abruzzo” – Torre de’ Passeri (AQ)
• Museo Storico Archeologico – Nola
• Fondo della Biblioteca Statale – Monumento Nazionale di Grottaferrata
• Museo della carta e della filigrana di Fabriano
• Museo del mutuo soccorso Formello(RM).
È autore di:
• “Maschere di stoffa, di ferro – mito, materia ragione”. Roma1995;
• “Storia dell’Arte della cartapesta – la tecnica universale” (introduzione di Ennio Bispuri e di Valeria Cottini Petrucci). Roma 2011;
• “Fare cartapesta e scultura di stoffa”. Roma 2014;
• “Storia dell’arte della cartapesta” (introduzione di Claudio Strinati). Roma 2017;
• “L’arte della maschera di stoffa” (introduzione di Luciano Mariti). Roma 2022;
• “Splendore e vetustà della maschera di stoffa” con la prefazione e postfazione di Luciano Mariti. Torino 2023
Sue mostre, promosse da Enti pubblici ed Istituti di Cultura, sono state allestite a:
• Colonia, presso l’Istituto Italiano di Cultura
• Wuppertal, presso lo Schauspielhaus
• Santiago del Cile, presso il Museo Histórico Nacional Roma, presso il Museo Nazionale Arti e Tradizioni Popolari Roma, presso il Rouf Garden del Palazzo delle Esposizioni con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Roma, presso il Palazzo Valentini
• Caserta, presso il Palazzo Reale
• Zagabria, presso l’Istituto Italiano di Cultura
• Lisbona, presso il Palazzo Fox,
• Los Angeles, presso la Sede dell’ENIT con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
• Barcellona presso la Galleria Montcada
• Buenos Aires presso il Centro Cultural Borges.
Ha redatto le introduzioni:
• libro di Giorgio Cossu “La signora della cartapesta, l’effimero a Matera”. Roma 2019.
• Totò der italienische Prinz des Lachens”, catalogo della mostra presso il Museo Valentin-Karlstadt-Musäum. Monaco di Baviera 2010;
Premi importanti ottenuti:
• 1° Premio del “Conseil Mondial de la Paix” (Vienna – 1967),
• Premio Internazionale alla carriera per le Arti, La Plejade 1996, conferito in Montecitorio – Parlamento italiano, Camera dei Deputati (Sala del Cenacolo),
• Premio Menemosine 2004 della Galleria d’arte “Il Tempo Ritrovato”- Roma.
Ha realizzato le scenografie e i costumi di ventidue opere teatrali e ha ideato e costruito grandi burattini a bastone in rete metallica per due spettacoli da lui diretti, considerati dalla critica novità nel campo del teatro di figura.
Per la televisione (RAI, rete 2), ha costruito elementi scenici per 5 spettacoli a puntate programmati in prima serata.
È stato, inoltre membro di diverse Commissioni esamina- trici, come quella della 3° Biennale d’Arte degli Studenti Europei- Base (Roma 2001).
Per i cent’anni della “A Campanassa” Savona 2024 ha realizzato la maschera di 2 metri a figura intera di Cicciolin, che l’associazione ha regalato al comune di Savona in occasione del Carnevale 2024.
Alcuni suoi studi sono stati argomenti di trattazione di tesi di laurea.
Cronache delle sue mostre sono state documentate in molti servizi radiofonici, televisivi e online.
Splendore e vetustà della maschera di stoffa di Ezio Flammia – Voglino Editrice, 2023
Un argomento inedito sia sotto il profilo storico sia sotto quello tecnico. Un’arte, quella della scultura con stoffa, pressoché sconosciuta nonostante la sua origine risalga a più di duemila anni fa. Un’indagine appassionante e ben argomentata dal punto di vista antropologico, filologico, morfologico e tecnico che non tralascia alcun aspetto connesso a questo manufatto. Il corredo grafico di disegni dell’autore (eseguiti con la tecnica a pettine), fedeli alle iconografie originali, è indispensabile corolla- rio degli argomenti presi in esame. La tecnica antica scoperta e sperimentata per realizzare le maschere di stoffa è illustrata, in modo dettagliato ed esplicativo.
STORIA DELL’ARTE DELLA CARTAPESTA
di Ezio Flammia – Dino Audino editore
Cosa e come è stato costruito con la cartapesta nel corso dei secoli
Lo studio dell’arte della cartapesta – in Occidente un’eccellenza della cultura italiana – è stato in passato penalizzato dai pregiudizi legati alla sua materia, originata da umili stracci e ritenuta perciò sostanza vile e inadatta alla produzione di opere d’arte. Questo libro, scritto da uno scenografo maestro della cartapesta, attraverso un esame rigoroso e meticoloso ne rivaluta l’arte, dalle prime sperimentazioni nelle botteghe toscane della metà del ’400 sino all’arte moderna. Vengono così esaminate con passione…
Manuale pratico
FARE CARTAPESTA E SCULTURA DI STOFFA
di Ezio Flammia – Dino Audino editore
È questo il primo manuale che tratta nel contempo la cartapesta e la scultura di stoffa. Grazie a una nuova metodologia applicata all’analisi della materia, si espongono, con dovizia di particolari e suggerimenti operativi, le tecniche più antiche appropriate alle fasi di preparazione e di esecuzione, mostrando il corretto utilizzo dei materiali e degli strumenti di lavoro e proponendo esempi illustrati inerenti a diversi ambiti di realizzazione: arte, artigianato, spettacolo e didattica. Gli esempi proposti come esercizi sono…
Conoscere e realizzare maschere ad uso teatrale e ludico
L’ARTE DELLA MASCHERA DI STOFFA
di Ezio Flammia – Dino Audino editore
A cominciare dalle maschere funebri, testimonianza di civiltà antichissime, costruite per proteggere il volto degli antenati e utilizzate non tanto per nascondere le devastazioni fisiche procurate dalla morte ma per disporre una barriera tra mondo dei vivi e mondo dei defunti, la maschera è un manufatto che ha viaggiato attraverso i secoli.
Questa guida alla creazione delle maschere di stoffa comincia con l’esposizione delle maschere eseguite secondo la tecnica tradizionale e termina con la proposta di una…
STORIA DELL’ARTE DELLA CARTAPESTA
di Ezio Flammia – Audino Sacco editore
In questa stupenda monografia, “Storia dell’arte della cartapesta – La tecnica universale”, la mole di conoscenze specifiche e il rigore filologico con cui Flammia dipana il suo filo di storico e di critico, ci introduce in campi apparentemente differenti quali l’estetica, l’antropologia, la storia, la religione, l’economia, il gusto, la moda e persino la chimica, collegati tuttavia tra loro da una interconnessione profonda.
L’importanza e la ricchezza di questo libro sono dovute all’impegno dell’autore a…
MASCHERE DI EZIO FLAMMIA
in copertina e quarta di copertina del libro
FIGURE MASCHERATE
E MASCHERE COMICHE
NELLA CERAMICA ITALIOTA E SICELIOTA
del prof. Todisco – L’Erma di Bretschneider
Le maschere originali sono conservate presso il Museo Archeologico di Nola
Contributo nel libro
“LA SIGNORA DELLA CARTAPESTA,”
“L’EFFFIMERO A MATERA”
DEL FOTOGRAFO GIORGIO COSSU
Maggio 2019 “Nane Edizioni”